Ecco come le ipotesi di fusioni tra banche italiane stanno cambiando l’economia e l’indice FTSE MIB a Piazza Affari. Qui, cliccando sulle banche citate, potete seguire l’andamento dei rispettivi titoli
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – C’è chi usa la classica metafora del risiko e chi preferisce quella del domino. Oppure può sembrare un thriller o un romanzo giallo. In qualsiasi modo lo si voglia chiamare, il processo di fusione tra le principali banche italiane, avviato ormai da mesi, sta cambiando gli assetti e i pesi, anche geografici, dell’economia italiana, da quella reale (che passa per i finanziamenti degli istituti di credito alle imprese) a quella più prettamente finanziaria (visto che a Piazza Affari le banche pesano più di tutti gli altri comparti sulle prestazioni dell’indice FTSE MIB +0,37% ).
La parola chiave del 2025 è quindi Ops (mentre solo quella del Banco Bpm -0,02% su Anima Holding +0,66% era tecnicamente un’Opa), cioè lo scambio reciproco di azioni tramite il quale Unicredit -0,13% si è lanciata alla conquista dell’istituto di Piazza Meda (l’offerta è partita il 28 aprile), poi Banca Monte Paschi Siena +3,37% su Mediobanca +3,58% (dovrebbe scattare da fine giugno) e Bper sulla Bca Pop Sondrio -0,27% (sempre in estate, con Unipol +0,35% come pivot perché è il principale azionista di entrambe).
In tutti e tre i casi, i consigli di amministrazione della preda di turno hanno bocciato l’offerta, con toni più o meno polemici. Segno che la via che porta alle aggregazioni non è indolore, né senza ostacoli. Con gli operatori che si interrogano sui possibili rilanci dell’ultimo minuto per convincere i soci e il golden power che ha messo, almeno in un caso, quello dell’ops di UniCredit, paletti ben precisi per realizzare la fusione. Senza contare la presenza di Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio in quasi tutte le partite che contano, da Rocca Salimbeni a Piazzetta Cuccia.
L’ultima mossa in ordine di tempo è di Alberto Nagel che, anche per “liberare” Mediobanca dall’abbraccio con Generali +0,34% , proverà a cedere il suo 13% del Leone di Trieste in cambio diBanca Generali +1,85% La prima – senza arrivare a Intesa Sanpaolo +0,55% che ha inglobato Ubi nell’ormai lontano 2020 – è invece stata quella di Andrea Orcel che ha scavalcato le Alpi per provare a conquistare la tedesca Commerzbank +2,69% , secondo istituto della Germania, provocando le ire di governo e sindacati locali. Stesso film anche in Spagna, dove Banco Sabadell ha bocciato proposta fusione di Bbva +1,35% e la politica si è messa di traverso all’operazione. Tra le “piccole” a Piazza Affari da registrare anche l’Opas di Banca Ifis -0,09% suIllimity Bank +0,28% .